Mag 2 Milano + Rete Gruppi d’Acquisto Solidale = 200 anni di storia salvati

11 07 2009

homenew

200 anni di storia
Caseificio biologico Tomasoni (Gottolengo, Brescia), 200 anni di storia che rischiavano di evaporare, nel nulla, e nel silenzio-indifferenza delle banche. Ma per fortuna ci sono i GAS, i gruppi di acquisto solidale di Bergamo, Brescia, Como, Lecco e Milano, che con il supporto di Mag2 Milano hanno “fatto credito” al caseificio con un acquisto anticipato di 36 mesi delle forme di grana. Valore dell’operazione, 140mila euro..Mica male no?

Lo shock
Il fatturato del 2003 ammonta  a 2,5milioni di euro, l’anno successivo a 300mila, nel 2008 a 1milione. Il 45% della produzione è rivolta ai GAS. Poi la crisi, dovuta all’incremento del prezzo del latte (+25%) e dei tassi euribor (costi di magazzino per 27mila euro ed esposizione bancaria per 1,6milioni di euro). Si necessita di un nuovo fido bancario di 150mila euro. Nessuna banca disponibile.

La email
A gennaio 2009 Massimo Tomasoni, titolare con i fratelli del caseificio, informa via email i clienti della possibile chiusura. Capitanato dalla Rete dei GAS, parte un tam tam nel web per la raccolta di capitale necessario. Si convoca un’assemblea.

La svolta, con la finanza dal basso
Si legge nel verbale del primo comitato di monitoraggio del 9 aprile 2009 (disponibile qui ) redatto da Mag2 Milano
“L’adesione alla raccolta per Tomasoni è stata ampia e variegata. In sintesi:
– raccolta diretta € 91.000 da parte di 65 GAS;
– raccolta tramite Mag2 € 30.880 da parte di 22 GAS;
– finanziamento triennale di Mag2 € 30.000
Queste somme sono state utilizzate per chiudere le pendenze con il fornitore del latte e
stabilizzare la situazione finanziaria.
Tomasoni, che partecipa ad un gruppo di monitoraggio costituitosi con i GAS e Mag2 per
seguire da vicino gli sviluppi della vicenda, evidenzia con i dati aggiornati al 31 marzo:
– un notevole incremento delle vendite ai GAS e spaccio (+ 100% nel trimestre)
– una riduzione del magazzino di € 100.000 nei primi tre mesi
– l’indebitamento bancario è sceso di € 30.000 in quota capitale.
– la netta riduzione della giacenza di forme: da 3.000 a 2.500 in soli 3 mesi, con la
produzione nel 1° trimestre di solo 40 forme
Tomasoni conferma l’attuale ottimo andamento aziendale e gli obiettivi principali per il
2009: ridurre l’indebitamento bancario relativo al magazzino e ridurre gli oneri finanziari.
Prossimo  appuntamento: La prossima riunione del gruppo di monitoraggio si terrà prima dell’estate, probabilmente da Tomasoni, durante un fine settimana”

Per il prossimo Hub Lunch, o per una gara di cheeserolling sappiamo a chi rivolgerci..
(per il servizio-video del Sole24ore.com sull’esperienza, clicca qui)






Designers, ergo, innovatori sociali

1 06 2009

Dona McAdams, They're juggling our genes

The main activity of designers will be as social innovators“, parola di Ezio Manzini in un intervista/evento organizzata da o2NYC , meno di un mese fa, dal titolo “Sustainability: The Exit Strategy. Small, local, open and connected. An Evening with Ezio Manzini”.
Nella sua relazione, Ezio disegna una exit strategy per conscious designers pronti ad “offrire soluzioni per il cambiamento climatico, ridurre l’impatto dei materiali, ideare strumenti di design per una società migliore”. Parole chiave della conversazione sono il movimento del green design, quello dello Slow food, il ruolo dei designer per incidere nei processi di social innovation.
In particolare su quest’ultimo punto, Ezio sostiene che, a differenza delle trasformazioni guidate da scienziati, economisti, realtà del terzo settore e privati, i “designed systems” si rivelano più forti e replicabili. I designers trasformano le idee in pratica: l’obiettivo è trasformare i prototipi in prodotti. (“The role of designer then shifts from making things into mass produced consumer objects, to shepherding local sustainable practices into wider mainstream society”).
Nell’era dei network, il fenomeno dell’innovazione sociale è generato dagli attori del cambiamento coinvolti “direttamente” nella risoluzione dei problemi. I designers dovrebbero creare le condizioni affinchè le collaborazioni e l’agire collettivo risultino possibili ed efficaci:we create the conditions, not the solution“.
Nell’economia sociale questo dovrebbe essere il lavoro principale dei designer, e non relegato ad attività e momenti di volontariato.
Lo scenario è in cambiamento, e le evidenze non mancano: il Social Innovation Fund e l’Office of Social Innovation in USA; il riconoscimento ufficiale da parte della UE nel definire l’innovazione sociale quale asset strategico per uno sviluppo sostenibile, l’attenzione dell’accademia, (vedi post su questo blog); i principi del co-working, del social business basato sulla condivisione delle conoscenze e dei processi.

La social innovation parte da piccole sperimentazioni  a livello locale, per poi diffondersi nei territori “Now is the time. We need radical change; increasing consciousness is not enough





Terrafutura 2009

28 05 2009

Si apre domani a Firenze la VI edizione di Terrafutura, quest’anno resa ancora piu’ importante dalla crescente crisi che sta colpendo il mondo economico e finanziario:

“Costruire reti di relazioni, di pensiero e di buone pratiche, per dimostrare che sono possibii modelli di sviluppo non fondati su parametri quantitativi, sul consumo delle risorse naturali non rinnovabili, che creano squilibri sociali e nuove povertà, bensì un imperativo morale ma oggi, di fronte alla crisi globale che il pianeta sta attraversando, è diventata una necessità legata alla sopravvivenza dell’ecosistema.”

Nel 2008 i numeri erano questi: oltre 94.000 visitatori, 550 aree espositive con più di 5000 enti rappresentati; 160 eventi culturali e 850 relatori presenti, fra esperti e testimoni di vari ambiti di livello internazionale.

Quest’anno – noi di The Hub ne siamo certi – ce ne saranno molti di piu’! Tra cui noi domani! Se ci siete, battete un colpo: tre quattro zero tre sette cinque sette sei sei otto!





Radiomamma: una Milano a dimensione famiglie

14 11 2008

SI chiama Radiomamma, in onore al al tam tam informale di dritte, consigli e indirizzi grazie a cui genitori e nonni riescono a cavarsela in città. Spostato il tam tam dalla panchina del parco alla rete, Radiomamma nasce come sito d’informazione e di servizi per genitori e nonni che vogliono godersi Milano e contribuire a renderla una città capace di intercettare e rispondere in maniera creativa ai bisogni delle famiglie.

Al cuore di questo bellissimo esempio d’innovazione sociale attraverso la rete – degno di un Social Innovation Camp – c’è una vera e propria strategia d’impresa sociale: un bollino di qualità con cui Radiomamma premia gli esercizi commerciali e i professionisti che rispondono a specifici criteri di attenzione e disponibilità verso le famiglie.

Il futuro delle mamme milanesi si prospetta molto piu’ roseo di quello subito finora. A volte, la rabbia fa fare belle cose!





Picnic ad Amsterdam

10 09 2008

Picnic 08 è la terza edizione di un evento eccezionale, che riunirà ad Amsterdam centinaia di creativi, di esperti in innovazione e in tecnologie informatiche per 3 giorni di incontri, riflessioni e creatività, dal 24 al 26 settembre.

Ci saranno – tra gli altri – Bruno Giussani di TED (e Lunch over IP), Jeff Jarvis di Buzzmachine, ed il sempre geniale Ethan Zuckermann di Global Voices Online, il cui blog My Heart’s in Accra dovrei leggere più spesso.

Da non perdere!





NetSquared: Web 2.0 per l’innovazione sociale

6 08 2008

Ho già parlato in passato dell’importanza delle nuove tecnologie informatiche (web 2.0 o social media) nella promozione dell’innovazione sociale, particolarmente in relazione al Social Innovation Camp. La prima a sostenere questo sposalizio tra tecnologia ed imprenditoria sociale è stata NetSquared, un’organizzazione americana che promuove l’adozione di tecnologie web 2.0 da parte di iniziative che si occupano di questioni sociali o ambientali.

Da tre anni a questa parte, NetSquared organizza una conferenza con lo scopo di identificare e sostenere i più innovativi progetti in questo campo. Tra i 21 finalisti, 3 vincitori vengono selezionati ogni anno, i quali ricevono una donazione verso il loro progetto.

Nel 2007 i vincitori sono stati:

  • MAPLight.org, un sito che vuole illuminare la relazione tra denaro e politica negli USA, mettendo in relazione i finanziamenti per le campagne elettorali con i voti al Congresso, offrendo pertanto una maggiore trasparenza nei processi decisionali a giornalisti, bloggers e cittadini ordinari.
  • Miro è un video open source e open standards. Sta a Google, AOL e YouTube come la televisione di stato sta alle reti private. È un’organizzazione non-profit, interamente open source e open standards, intenta a creare la nuova Firefox dei video in rete.
  • Freecycle.org è un’iniziativa che usa il potere del social networking in rete per creare un’economia libera e comunitaria. Essendo più facile regalare che buttare via (e si risparmia pure spazio nelle discariche), il sito connette persone che hanno qualcosa di cui disfarsi (un divano, una lavatrice, dei pennarelli…) con persone che hanno bisogno proprio di quelle cose.

Quest’anno, invece, sono stati premiati i seguenti progetti:

  • Ushahidi, un sito originalmente creato per documentare episodi di violenza durante la crisi post-elettorale in Kenya, ed in seguito usato anche per mappare iniziative di pace ed aiuto umanitario.
  • Knowmore.org, un database con centinaia di “profili responsabili” di grandi corporazioni, che traccia il loro comportamento sociale e ambientale, dalla distruzione di ecosistemi ad abusi di diritti umani ed episodi di corruzione politica. Grazie ad un’applicazione Firefox, chi naviga il sito di una corporazione (ad esempio Nike, o Shell) viene allertato immediatamente di episodi di irresponsabilità sociale da parte di quell’impresa.
  • SocialActions, è un mash-up che aggrega campagne di trasformazione sociale “peer-to-peer”così che individui ed organizzazioni possono individuare e sostenere iniziative comunitarie a problemi locali e globali.

Nonostante questi progetti siano stati selezionati come vincitori, non lasciatevi ingannare: gli altri finalisti sono altrettanto interessanti e vi offriranno un mare d’ispirazione!





We Think

16 06 2008

Il nuovo libro di Charles Leadbeater, ‘We Think‘, esplora le potenziali applicazioni sociali degli ultimi sviluppi di Internet. Ecco una breve animazione su YouTube che ne espone in maniera brillante le principali conclusioni:





xigi.net: MySpace per il mercato etico

29 05 2008

Si chiama xigi.net e si pronuncia ziggy, con la zeta dolce come in zeitgeist, e ha come obbiettivo quello d’incrementare il flusso di capitali verso progetti d’imprenditoria sociale o ambientale. È il primo social networking site che crea connessioni e raccoglie informazioni all’interno dei mercati finanziari che investono in progetti di natura etica:

La strategia di xigi.net è quella di aiutare quest’emergente mercato internazionale a crescere, promuovendo attività formative per chi gestisce questa nuova categoria di capitali, e facilitando connessioni tra imprenditori sociali ed investitori.

xigi.net visualizza gli accordi e le relazioni tra investitori etici, imprenditori sociali ed intermediari. Sebbene l’enfasi sia su private equity e debito, il sito estende il suo raggio d’azione anche al mercato per emissione di prestiti e a transazioni di emissioni pubbliche. Offre inoltre gli strumenti necessari per visualizzare queste informazioni, generando una mappatura globale di imprese sociali, offerte d’investimento e investitori.

Cercate progetti d’investimento? Finanziatori etici? xigi.net fa per voi…





Pioneers of Change: decimo anniversario

26 05 2008

Pioneers of Change celebra il suo decimo anniversario organizzando una riunione di giovani da tutto il mondo tra l’8 ed il 12 settembre ad Axladitsa-Avatakia, in Grecia. Questa riunione sarà un’occasione unica per giovani che vogliono condividere storie e sviluppare strategie per creare un mondo più equo e sostenibile. Durante l’evento, i partecipanti potranno condividere storie, idee ed esperienze in uno spazio aperto e condiviso, volto a stimolare l’emergere di nuove idee per un futuro migliore.

Pioneers of Change è un network globale fondato nel 1999 da rappresentanti di 16 differenti paesi, e dedicato allo scambio d’informazioni e di metodologie tra giovani generazioni che si stanno dedicando a trasformare e migliorare gli attuali sistemi socio-economici. Questi “Pionieri del Cambiamento” sono imprenditori sociali, rappresentanti del terzo settore, dell’impresa e dell’amministrazione pubblica, nonché artisti, insegnanti e liberi professionisti provenienti da molteplici estrazioni socio-culturali.

Per maggiori informazioni e per registrare, visitate il sito di Axladitsa o di Pioneers of Change, o contattate axladitsa@gmail.com.





Network virtuali e citta’ reali

20 05 2008

La domanda alla base del seminario 1 all’Innovation Edge Conference e’: i cosiddetti siti “social networking” (come Bebo, Facebook o MySpace) rappresentano le nuove citta’ dell’innovazione? Se oggi l’aggregazione di menti innovative avviene in spazi fisici urbani, spesso sotto impulso di politiche locali (San Francisco, Manchester, etc.), possiamo pensare ad un futuro in cui quest’aggregazione avverra’ in rete?

La risposta data dal pannello e’: persone creative non possono diventare innovative se non sono connesse. Questa connessione pero’ puo’ avvenire sia fisicamente sia virtualmente. L’emergere di network puo’ essere facilitata, ma non puo’ essere imposta. Questi aggregamenti d’innovazione emergono dall’interazione organica di individui in spazi eletti, non costretti.

E’ interessante notare che, se per alcuni di noi i siti di social networking riflettono uno spazio d’interazione geograficamente molto vasto ed internazionale, per la maggior parte ricalcano un circolo sociale molto localizzato. In altre parole, spesso i membri dei siti di social networking riflettono relazioni spaziali gia’ esistenti e radicate in un territorio, piu’ che crearne di nuove. Basta vedere la distribuzione di siti di social networking su scala globale per rendersi conto che la geografia relazionale in rete importa, eccome.

D’altro canto, osservatori notano che una crescita d’interazione Web 2.0 in linea potrebbe significare un declino d’interazione fisica, o in altre parole di capitale sociale. Se da un lato le nuove generazioni si sono distaccate dalla televisione, cosa positiva per quel che riguarda il rafforzamento di relazioni sociali, d’altro canto ricercano e mantengono queste relazioni soprattutto in rete. L’impatto sociale di questo cambiamento e’ ancora tutto da valutare.

Il seminario, in conclusione, non offre una risposta molto chiara sul tema proposto. Si parla poco o per niente di economie urbane ed economie in rete. Non si parla per nulla di globalizzazione urbana e globalizzazione tecnologica, di relazione tra capitali finanziari, sistemi urbani e sistemi in rete, tutti temi cari alla sociologa Saskia Sassen. Un vero peccato, perche’ un dibattito su questi temi avrebbe reso questo seminario su citta’ e siti di social networking molto piu’ interessante e rilevante.